Grazie a una tecnologia italiana brevettata, Biovitae sanifica gli ambienti e tiene sotto controllo la carica batterica. Aiuta a combattere l’antibiotico-resistenza e a prevenire alcuni tipi di allergie
Il rapporto tra esseri umani e i batteri si basa su un sottile equilibrio, che diventa ancora più delicato in alcune circostanze come le strutture sanitarie e assistenziali, gli spazi collettivi affollati, gli allevamenti intensivi e i luoghi dove avvengono le trasformazioni alimentari. Ma anche in casa, in ufficio, in palestra, al cinema o nelle scuole, la sanificazione degli ambienti e il controllo della carica batterica sono temi che meritano costante attenzione.
Una nuova soluzione hi-tech, frutto di una tecnologia italiana brevettata come dispositivo medico di classe I e registrata al ministero della Salute, è quella proposta da Biovitae, una lampadina a luce led di opportuna frequenza, il cui effetto è quello di agire su tutte le specie batteriche che illumina, con un’efficace azione battericida.
La base scientifica di Biovitae
La chiave dell’azione del dispositivo sta nella frequenza della luce emessa, che corrisponde allo spettro del blu-violetto all’interno della cosiddetta banda di Sorét, intorno ai 400 nanometri di lunghezza d’onda.
Per questo genere di onde elettromagnetiche, infatti, è scientificamente dimostrata l’efficacia su tutti i tipi di batteri, inclusi quelli dei più noti ceppi resistenti agli antibiotici, così come su spore, muffe, lieviti e funghi. In estrema sintesi, la luce attiva nei batteri una reazione metabolica fuori controllo che li spinge a mangiare fino a esplodere, con la conseguente distruzione irreversibile della membrana cellulare.
Peculiarità di Biovitae, poi, è la capacità della luce di riuscire a penetrare nel biofilm batterico, ossia in quella massa gelatinosa invisibile a occhio nudo che si forma sulle superfici ed è composta da zuccheri, proteine e filamenti in cui possono crescere colonie batteriche particolarmente resistenti. Dove c’è il biofilm non passa alcunché, tanto che lo si considera la sostanza più impermeabile in assoluto, non scalfibile nemmeno dai detergenti chimici più forti ma eliminabile solo con un’operazione di raschiamento.
Oltre alla prevenzione, che resta fondamentale contro la creazione di questo super-organismo batterico, la luce della giusta frequenza rappresenta l’unica via per combattere il biofilm batterico e renderlo inefficace. Va detto, però, che pur avendo un’azione distruttiva su tutte le specie batteriche, Biovitae non sterilizza gli ambienti sterminando del tutto ciascuna specie. Ciò è di fondamentale importanza per quanto riguarda i batteri buoni, che non vengono eliminati del tutto nel processo di sanificazione. Ossia, non si ha l’effetto collaterale dell’indebolimento del sistema immunitario, che potrebbe altrimenti determinare lo sviluppo di focolai di malattie infettive.
Dopo i primi due anni di sperimentazioni scientifiche in vivo presso uno studio medico, secondo i dati raccolti dall’azienda è stato verificato un abbattimento medio della carica batterica del 44% sul tavolino della sala di attesa, del 54% sulle maniglie, del 62% sulle scrivanie, del 55% sui lettini da visita, del 51% sulla moquette, del 60% sulle apparecchiature diagnostiche e del 67% nei servizi igienici.
Aiuto all’antibiotico
Il fenomeno delle infezioni batteriche e della resistenza agli antibiotici è considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un’emergenza globale, tanto che le previsioni parlano a livello globale di 10 milioni di morti l’anno già nel 2050. Ma che ruolo può avere una lampadina in un piano d’azione globale contro l’antibiotico-resistenza?
Anzitutto controllare la carica batterica ed eliminare il biofilm significa ridurre il numero di infezioni in molte circostanze, dagli ospedali ai mezzi pubblici, dalle sale conferenze agli ambienti domestici. Meno infezioni significa meno antibiotici, il che è significativo proprio perché l’uso abbondante di questi farmaci è notoriamente una delle principali cause dello sviluppo di resistenze, insieme al loro abuso quando non sono necessari e alle interruzioni anzitempo dei cicli di terapia.
Un’altra causa dell’antibiotico-resistenza è l’assunzione di antibiotici attraverso gli alimenti che consumiamo: anche in questo senso, riducendo la necessità di ricorrere agli antibiotici all’interno degli allevamenti intensivi, uno stermina-batteri ha un effetto positivo in termini di immissioni di antibiotici nella catena alimentare umana.
Tecnologia tutta italiana
Sono nostri connazionali i due inventori di Biovitae, Rosario Valles e
Carmelo Cartiere, e pure le società proprietarie del brevetto: P&P
Patents and Technologies, che si occupa di prevenzione e controllo delle
infezioni, e Nextsense, la cui mission è ridurre il divario tra ricerca
pura e l’applicazione tecnologica dei risultati scientifici.
Sempre nel Belpaese sono, quindi, anche i primi casi applicativi. Oltre alle due sale operatorie e alla terapia intensiva della clinica Montevergine ad Avellino, Biovitae è in fase di installazione per un progetto pilota nel pronto soccorso degli Aeroporti di Roma. Lo stesso anche nel laboratorio del day hospital ematologico del policlinico Gemelli di Roma, in particolare per tenere sotto controllo la carica batterica e fungina dei batteri Gram-negativi e dell’Aspergillus. Infine, l’installazione è in corso anche nel reparto di lavorazione e trasformazione presso La Granda, il fornitore esclusivo di carne per la catena Eataly.
Fonte: WIRED.IT